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Con un taglio narrativo e un respiro enciclopedico, il volume ricostruisce un insieme di musiche d'arte che, indicate con il termine arabo maqam, hanno assunto nei secoli caratteristiche comuni - teorie, forme, generi, strumenti, cicli ritmici - nel progressivo diffondersi dell'Islam in un'area vastissima, dall'Andalusia alla Cina, nella quale spiccano come centri musicali di particolare importanza Damasco, Baghdad, Cordoba, Granada, Herat, Tabriz, Costantinopoli, Bukhara, Samarcanda, le sei città oasi sui bordi del Taklamakan e il Cairo. Malgrado differenze anche notevoli, uno stesso retroterra culturale uniformava il pensiero di artisti, scienziati e letterati che si esprimevano in arabo e in persiano, riferendosi - anche in musica - a testi e maestri comuni nella consapevolezza di una koiné destinata ad affievolirsi e poi a disperdersi con l'avvento dei moderni stati nazionali, tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.